Storie

Sempre più donne sulla strada della scienza

In occasione della giornata internazionale dedicata al tema, alcune professioniste nelle discipline tecnico-scientifiche hanno incontrato le giovani studentesse.


"Più donne e ragazze nella scienza equivalgono a una scienza più umana".  A mettere il sigillo sulla giornata internazionale delle donne nella scienza, che si è celebrata sabato, è il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.


La ricorrenza è stata introdotta nel 2015 a causa del significativo e persistente divario di genere presente in queste discipline. Infatti mentre le donne cercano di progredire nelle carriere scientifiche, disuguaglianze e discriminazioni continuano ad ostacolare il loro potenziale.


Da queste consapevolezze nasce “L’ora del tè con scienza e tecnica”, un evento organizzato dal Soroptimist Club Moesano in collaborazione con la SATW, Accademia svizzera delle scienze tecniche. per consentire alle giovani in formazione di confrontarsi con specialiste attive in vari settori scientifici e tecnici.


“Le professioniste hanno accettato di buon grado di far vedere che si può lavorare nella matematica, chimica e informatica anche essendo donne”, spiega Beatrice Tognola, presidente del Soroptimist Moesano.


Nessuno nasconde però le difficoltà, soprattutto agli inizi, di essere accettata: “Perché la donna affronta i problemi in modo diverso e questo a un primo impatto può dare una difficoltà”, dice Martina Martegani, ingegnere civile. Per Patrizia Carrozza Merlani, FMH in dermatologia e venerologia, “dovevi essere più brava dell’uomo. Questo dover dare di più l’ho vissuto come un handicap, ma anche come una motivazione”.


Motivazione che non è mancata alle giovani studentesse, che hanno partecipato all’iniziativa. “Mi sono ritrovata nei loro sguardi curiosi e anche un po’ intimoriti”, dice ancora Carrozza Merlani. Diversi i dubbi sul lavorare part time o il mettere su famiglia. “Ma una soluzione si trova sempre – sottolinea – e oggi le cose sono nettamente migliorate”. L’invito finale resta quello di percorrere la propria strada senza condizionamenti di genere.


Testo: TG/Red MM.
Fonte: rsi.ch